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La dermatite atopica è una malattia infiammatoria cronica e recidivante della pelle1.
La malattia, che colpisce fino al 12% dei bambini e il 7% degli adulti1, è caratterizzata principalmente da lesioni squamose, pruriginose ed eritematose1.
In base a età d’esordio, morfologia delle lesioni, distribuzione, gravità e persistenza a lungo termine, si distinguono diversi scenari clinici1.
La dermatite atopica inizia tipicamente nell'infanzia, con il 60% dei pazienti che sviluppa dermatite atopica prima dell'anno di età e il 90% entro i cinque anni di età1.
La patogenesi dell'AD, sebbene non del tutto nota, è multifattoriale e dovuta a elementi concomitanti che interagiscono2:
Gli strati più esterni dell'epidermide, lo strato corneo e le giunzioni occludenti nello strato granuloso, formano una barriera proteica e lipidica che previene la perdita di acqua trans epidermica, l'invasione di agenti patogeni e l'infiammazione da allergeni, tossine e sostanze irritanti2.
Nell'AD, la barriera è compromessa, con una ridotta espressione di proteine (in particolare filaggrina), di giunzioni occludenti e una carenza di lipidi, in particolare acidi grassi a catena lunga e ceramidi2.
Rispetto ai bambini che non hanno la dermatite atopica, chi convive con questa patologia ha maggiori probabilità di sviluppare1:
Esistono anche associazioni tra AD e comorbilità legati ad aspetti neurobiologici3.
L'interruzione del sonno è la comorbilità più diffusa, che colpisce fino al 60% dei bambini con AD3. L’aumento dei disturbi del sonno può portare a un danno neuro cognitivo, che colpisce prestazioni scolastiche e le relazioni sia tra pari sia tra famigliari3.
Diversi studi su bambini con AD hanno riscontrato un significativo aumento della prevalenza di deficit di attenzione/disturbo da iperattività (ADHD) e ulteriori disturbi psichiatrici, inclusi ansia, disturbo della condotta e depressione3.
Bibliografia
1. W Frazier et al. Am Fam Physician. 2020; 101(10):590-598
2. N. Puar et al. / Ann Allergy Asthma Immunol 126 (2021) 21e31
3. AR Waldman et al., Pediatr Rev. 2018 Apr;39(4):180-193.
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